Questa serie di bassorilievi pone in questione i concetti di serialità e massificazione. Esprime il tramonto della sensibilità verso il sublime di derivazione romantica e un adattamento ai canoni estetizzanti tipici del turismo di massa e della relativa propaganda. Ricordano le formelle in gesso in vendita nei negozi di bricolage, raffiguranti oggetti e animali decorativi. Anche nel caso di “Mount Paint” l’acquirente viene sollecitato a decorare privatamente l’opera a proprio gusto. L’applicare una variabile personale ad un contesto standardizzato rimanda per analogia all’esperienza del turismo di massa. L’operazione concettuale ricalca quella sperimentata sul finire degli anni ’60 da Sol Lewitt con “Wall papers”, disegni che l’acquirente era invitato a realizzare a parete seguendo però in questo caso il progetto dell’artista.