Campi Elisi vuole essere un ponte fra realtà e utopia, vuole invitarci a entrare nell'atmosfera dei giardini eterni. Evocato nella letteratura antica, questo luogo ai margini del mondo conosciuto è riservato alle anime dei valorosi che qui possono trovare armonia e pace. Penso sia necessario che questa condizione paradisiaca venga realizzata nel mondo in cui viviamo, anziché essere demandata all'ultraterreno. Campi Elisi pone degli interrogativi sulla condizione umana e sulle possibilità di cambiamento. Il ciclo Campi Elisi è stato realizzata con il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione Cultura italiana
ll ciclo di opere vuole essere un tributo agli alberi e alla loro vitalità e capacità di interazione. Il floema è il tessuto del tronco attraverso cui scorre dall'alto verso il basso la linfa elaborata dalla fotosintesi, fino a raggiungere tutte le parti della pianta. Attraverso le radici, i microorganismi e i funghi del sottosuolo, l'albero interagisce con le altre piante stabilendo una relazione simbiotica e di mutuo sostentamento. Utilizzo una tecnica pittorica a macchie che si accostano le une alle altre in un caledoscopio di forme e colori. La gamma cromatica di ciascuna opera è basata su tonalità affini. Ciascun dipinto ha una propria atmosfera che rimanda a specifiche stagioni o a particolari stati d'animo che vorrei trasmettere. Floema ci invita ad una lettura più profonda dei processi, a considerare la complessità dei fenomeni. Ci trasmette anche la consapevolezza che gli esseri viventi sono tutti intimamente connessi e la necessità di collaborare.
La montagna affascina per la sua grandiosità che risveglia in noi un sentimento di finitezza. Per quanto la attraversi o tenti di scalarla rimane irraggiungibile, inafferrabile nella sua totalità. Tenere fra le mani una pietra è invece un'esperienza tattile, alla nostra portata. Un miscrocosmo di storia e trasformazioni. Collocate in uno spazio privato esse ci appaiono diverse e sembrano adattarsi all'ambiente circostante. Questo tipico atteggiamento umano di trasfigurare-addomesticare il mondo visibile in base al nostro punto di vista determina da sempre il nostro rapporto con la natura. Dipingere una pietra significa instaurare un dialogo immedesimandosi con un oggetto fisico. Quali elementi mi colpiscono e quali sensazioni ne ricavo? Fra informazione visiva e sensazione si instaura un rapporto di reciprocità.
Il modo in cui percepiamo la montagna riflette una condizione individuale e, al tempo stesso, sociale. Mount in/out Side tematizza questa condizione, muovendosi lungo un asse storico alle radici della visione e della rappresentazione della montagna. Nel corso delle epoche la percezione della montagna si è modificata insieme alla cultura. Oggi, rispetto al passato, non consideriamo più la montagna come un luogo inaccessibile e inospitale e il nostro rapporto con la natura è disincantato. Tuttavia per molti la montagna rappresenta una esperienza interiore e spirituale. La montagna si trova però ad affrontare le conseguenze di una mentalità utilitaristica ed edonistica. Le opere cercano di interpretare questo conflitto attraverso l'uso di differenti registri espressivi.
Inespressi abissi esplora il rapporto spazio esteriore-spazio interiore con un approccio simbolico e metafisico. Il tema è il paesaggio urbano inteso come metafora esistenziale. Le fonti ispiratrici sono Carrà e De Chirico per la loro sintesi formale e il lirismo, che io cerco di esaltare e rinnovare attraverso il colore e l’utilizzo di forme biomorfe e stranianti. Le opere indagano il lato oscuro dell'esistenza, mettendolo in dialogo le nostre aspirazioni e speranze.
Altri luoghi sviluppa il tema del paesaggio in chiave evocativa e simbolica. Un paesaggio costituito da pochi elementi archetipici: la casa, l'albero. Simbolicamente l'albero rappresenta il tramite fra terra e cielo, materia e spirito. Qui evoca anche un sentimento di malinconia, delicatezza, fragilità. La casa rimanda all' equilibrio, alla solidità, alla concretezza. Aspetti apparentemente inconciliabili, che in queste opere trovano una forma di completamento. Il colore abbandona ogni carattere descrittivo. I contorni sfumati indicano una propensione per l'indefinito. Nelle ultime opere le case diventano torri, palazzi e il loro rapporto con l'albero diventa metafora esistenziale.