“Ciascuno vede la natura attraverso il suo proprio temperamento”. Questa affermazione di Van Gogh (che citava a sua volta Zola) riassume il concetto che anima questo primo ciclo di opere: il paesaggio come mezzo per esprimere gli stati d'animo. Dietro alla scelta del paesaggio (e in particolare di queste ambientazioni) c'è anche un'idea di pittura, una visione dell'arte che riporta all'approccio metafisico operato da artisti come Carrà, De Chirico, Sironi. La sintonia non riguarda tanto la poetica, nè tantomeno il clima ideologico di quel periodo (anni Venti), bensì la volontà di riprendere un discorso sul paesaggio per ritrovare una sfera più intima e personale di fare arte. In particolare di Carrà mi affascina la semplicità e plasticità con cui ritrae le marine, le case, gli alberi. La mia riproposizione riguarda ambienti incontrati durante i viaggi e nella regione dove vivo. L'approccio pittorico è realistico ma gli elementi e la composizione sono sviluppati in modo da trasportare l'osservatore in una dimensione onirica e poetica.